Sviluppare su Media Center, guida per programmatori oberati 1: i Rudimenti

Hi again. As announced, I’m going on with some introductory posts about Media Center development. I’m going to provide a condensed view of what can be found in the standard documentation of the product. As announced, the post will be in Italian: if you want details of an English version let me know via comments. Today I introduce the platform.

      

Rieccoci! Come promesso, ecco una spannometrica introduzione a Media Center. Ricordo ancora una volta che qui mi rivolgo a chi non si è ancora interessato alla documentazione ufficiale, perfettamente esaustiva, ma che vuole farsi una idea dell’argomento.

Media Center: alla fine delle fini, che roba è?

Un sistema operativo. Sostanzialmente è XP pro, “poco” di più e poco di meno. Di più perchè ha il Tasto Verde e tutto quel che ne deriva (more about that later), meno perchè non può joinare un dominio. Vediamo di vedere la cosa dal punto di vista pratico.
Mettiamo che siate abbonati a MSDN: fate un salto sui subscriber downloads e vi tirate giù le due .ISO che costituiscono l’installazione (attenzione, il locale è importante: i servizi sono diversi country per country. Questa volta quindi consiglierei l’italiano, contrariamente alle mie abitudini anglofone per il sw); bruciate i due CD o mettete su Daemon tools (attenzioen alla licenza) o similare; ottenete una chiave valida (sempre via subscriber download) e installate (su HW tradizionale o addirittura su Virtual PC/Virtuals Server: ricordate che NON è supportato nella maniera più assoluta su HW non certificato, ma per sperimentare/sviluppare è una soluzione tutto sommato praticabile). L’installazione sembra quella di un normalissimo XP.
Dopo l’ultimo reboot vi loggate, et voilà! Windows XP, paro paro. Prima di subodorare odor di fregatura, aprite il menu Start: la voce Media Center spiccherà come croco in polveroso prato, con la sua brava icona verde.

L’interfaccia Media Center

Cliccando sulla entry Media Center, verrete probabilmente accolti da una dialog d’errore che avverte dell’incompatibilità della scheda video con Media Center: ce lo siamo meritati, abbiamo installato su HW non certificato, ma siamo sviluppateurs e non ci facciamo intimidire. Alla dialog fa seguito la comparsa a tutto schermo della UI Media Center, probabilmente in modalità prima configurazione. A questo punto s’impone una breve digressione sulla filosofia della cosa.
La UI di Media Center ricorda un po’ un mix tra un chiosco multimediale, il menu di un DVD o la UI di un videogame. Oziando un po’ tra le varie opzioni si noterà l’evidente bias verso le feature multimediali, che costituiscono la stragrande maggioranza delle voci di menu e che sfortunatamente sono in larga parte precluse all’HW di sviluppo che abbiamo scelto. Ci sono decine di implicazioni & motivazioni, tutte spiegate con dovizia di particolari nei siti opportuni e nella documentazione dell’SDK, ma qui fatemi essere minimalista: l’idea è quella di offrire accesso alle feature del sistema 1) attraverso l’input di una device minimale (il telecomando) e 2) rendendo i dati fruibili via televisore visto dal divano, una distanza ben maggiore dei tradizionali 75 cm che hanno reso l’astigmatismo quasi una malattia professionale. Vediamo qualche implicazione di questi due punti.
Il telecomando: freccie direzionali per spostare il focus, tasto OK per selezionare, tasto Back per tornare alla schermata precedente, tasto Clear per ripulire campi di testo, tastierino numerico per inserire numeri (e testi, à la SMS), tasto verde come faro di riferimento & salvagente in caso di annegamento cognitivo: riporta alla schermata iniziale, da dove si può ricominciare ad esplorare. Alcuni telecomandi possono avere più tasti, in rarissimi casi ne possono avere meno: comunque è FONDAMENTALE ricordare che il proprio utente avrà solo tali comandi a disposizione, e non sarà disposto a dare loro significati polimorfici (i tasti direzione servono a muovere il focus: se nella mia applicazione cambio questo semplice fatto, del tipo creo una combo che quando ha il focus usa i tasti su e giù per ciclare tra le varie voci, l’utente si sentirà per certo “intrappolato” e la reazione + probabile sarà di teleportarsi via tasto verde sulla home, per mai più ritornare sulla pagina incriminata).
La fruizione da distante ha implicazioni se possibile ancora più profonde: a parte valutazioni di natura squisitamente tecnogica (i colori non possono essere troppo saturi o troppo chiari,a ltrimenti flickerano come disperati e imprimono un tatuaggio di persistenza retinale in fondo all’umor vitreo del malcapitato utente; le linee e i dettagli non possono essere troppo delicati, o una congiura tra antialiasing e teorema del campionamento procureranno la kinetopatia anche al marinaio più navigato), l’effetto più macroscopico èla drastica riduzione della quantità di informazioni che si possono presentare a video.
Se devo usare un font di dimensioni importanti, e delimitare in maniera plateale i confini dei controlli che impiego, non mi posso permettere metter su una tavolozza di web parts o aggiungere portlets a volontà: ogni frammento di informazione è importante, la sequenza delle schermate �� fondamentale, i menu gerarchici diventano off limits,  etc.
Ed è giusto che sia così! Un televisore non esiste nel vuoto, ma calato in un ambito più complesso; e un fruitore che se ne sta a 3 metri di distanza deve far fronte a mille altri stimoli oltre a quello che appare a schermo. In questo senso il televisione è, lasciatemi dire, una web part nel portale del nostro salotto quanto lo è la finestra, la bacheca con la collezione di orologi e l’armadio delle posate: pertanto è più che naturale che quando si sviluppa una applicazione per tale environment ci si debba scrollare di dosso la forma mentis del portale, nella quale abbiamo dominio assoluto sia sulle singole parti che sull’universo nelle quali queste vivono il loro ciclo.

Quindi, la morale per oggi è: ancora non sappiamo come si sviluppa una applicazione per Media Center, ma possiamo già immaginare che la componente design avrà il primato su quella puramente tecnica. Nel prossimo post vedremo quali sono le tipologie di applicazioni che lavorano con Media Center e quali sono le modalità con cui l’utente può accedere ai contenuti.

 

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