L’Arte del Mutamento al Palazzo Ducale
Venerdì mi sono fatto un giretto a Genova, per sbrigare un po’ di sana burocrazia universitaria. Ho rivisto un sacco di persone e luoghi che sono trigger di interi chunk di memoria, e inoltre me la sono sbigata in frettissima! Alle 10:30 ero già di nuovo padrone del mio tempo, e ho dovuto far in qualche modo arrivare le 13:00. Al che mi sono ricordato che al Ducale doveva aprire una mostra sul Giappone: così sono andato, ho comprato il mio biglietto (strano a dirsi, di persona! Se lo vuoi online, è qui) e via!
Allego link all’immagine della mostra direttamente sul loro sito: se in futuro cambieranno la URL, si romperà la reference.
La cosa interessante è che la mostra è discretizzata il 4 pezzi, visitabili in diverse sessioni: per ora mi sono visto le Stampe, i tessili e Hiroshima-Nagasaki, progetto di andarmi a vedere i Poster e il resto la prossima volta che ricapiterò su.
La mostra sulle stampe era davvero eccezionale. Me la sono goduta in pace totale, visto che c’era pochissima gente: niente balletti per evitare di scontrarsi sulle stesse opere, versioni di Dijkstra o del Flood Fill temperate da euristiche più o meno efficaci. (mi) Sorprende il gusto modernissimo che traspare da certi pezzi, impressione probabilmente dovuta al fatto che spesso sembrava di vedere delle tavole di Moebius (soprattutto una stampa prospettica, purtroppo mi sfugge il nome dell’autore). Anche la mostra sui tessili era notevole: anche se avrei forse apprezzato un ambiente più luminoso, che forse era irrealizzabile a meno di rovinare i pezzi. Lì il clou è stato raggiunto dalle mascherine per imprimere i pattern dei tessuti: rettangoli bucherellati in maniera squisita, precisissimi e bellissimi… che devono essere costati ore e ore di infinita pazienza, amorevole cura e concentrazione sovrannaturale.
La mostra su Iroshima e Nagasaki è una unica stanza al piano terra, poco oltre la biglietteria. Sulle pareti sono appese fotografie scattate a Hiroshima e Nagasaky pochissimo tempo dopo l’esplosione delle bombe. Ogni scatto è ampiamente commentato, e laddove possibile viene riportata la storia delle persone ritratte. Il tutto è estremamente toccante, e molte immagini sono davvero molto forti (quindi attenzione). Ho apprezzato moltissimo l’essere l’unico visitatore a quell’ora: la disposizione minimalista (scatti BN, pareti bianche e spoglie, tavole di commento monofont) aiuta a concentrarsi sul messaggio, ma naturalmente il vociare del bambino che scalcia i genitori per andare via (e poverino, ha perfettamente ragione: quel messaggio non è (ancora) per lui) tende un po’ a perturbare le capacità di partecipazione emozionale (e il prossimo che dice che non so usare gli eufemismi si faccia un esame di coscienza :-)).
Insomma: IMHO la mostra vale decisamente i soldi del biglietto, e lo dico avendone vista solo metà!!! Dare la possibilità di visitare le varie parti in giorni diversi è stata una gran bella idea. Unico neo: la signorina che mi ha venduto il biglietto mi ha dato del lei, nonostante sembrasse decisamente della mia età… mi devo preoccupare? 😉